Palestina
Attratta da sempre dal conflitto israelo-palestinese et desiderosa di mettere l'arte al servizio della pace e della non-violenza, Valentina parte, ancora giovanissima, per i territori occupati della West Bank, dove spera di dare un senso al suo ruolo di artista e pedagoga attraverso l'universo dei bambini palestinesi, sovente misterioso o addirittura inaccessibile. Qui, in collaborazione con l'Edward Saïd National Conservatory of Palestine, comincia un'intensa attività pedagogica su diversi anni che si estende a più siti di insegnamento: da Gerusalemme a Nablus, da Gerico a Birzeit, minuscula oasi di pace che accoglie ogni anno centinaia di bambini rifugiati e che permette loro di vivere la speranza grazie alla musica. Valentina si impegna in numerose attività: le lezioni di clarinetto, le lezioni di musica d'insieme, l'iniziazione alla musica, l'orchestra... è in un contesto così complesso ma ricco di emozioni allo stesso tempo che compie la sua missione. Tanto in Palestina quanto nella società occidentale, il ruolo del pedagogo-artista è essenziale: deve far germogliare la volontà di riconoscere e affrontare i problemi, di trovare gli strumenti adatti per creare un futuro migliore per l'umanità. "La bellezza salverà il mondo", diceva Dostoevskij: la coscienza che l'istruzione e l'arte libereranno l'uomo, indica che una società è libera.